la musica popolare contemporanea dal vivo rimane una delle espressioni artistiche più apprezzate dal pubblico e sensibili ai grandi cambiamenti del mondo: è motore di sviluppo culturale e cinghia di trasmissione per altri settori produttivi; l’Italia ha un patrimonio ed una tradizione nel settore della musica assolutamente straordinari, che trovano ispirazione nell’industria discografica, musicale e digitale e nella musica popolare dal vivo in tutte le sue forme;
è proprio grazie alla musica popolare contemporanea frequentata da un pubblico prevalentemente giovanile, che sempre più un crescente numero di persone si avvicinano a quest’arte, che è ormai diventata la colonna sonora del nostro Paese;
la crescita della produzione musicale non può prescindere da un rapporto facilitato con gli spettatori, occorre dunque favorire una legge che garantisca la musica popolare dal vivo e il suo pubblico;
occorre razionalizzare e semplificare tutte le norme che gravano sull’organizzazione e la gestione dello spettacolo dal vivo;
la 7° Commissione del Senato ha avviato l’esame del disegno di legge sullo spettacolo dal titolo “Codice dello spettacolo”, derivante dallo stralcio del DDL in materia di nuova disciplina del cinema, dell’audiovisivo avente lo scopo di riorganizzare il settore in oggetto e che dovrebbe iniziare a guardare anche al comparto “industriale” del mondo musicale;
con la previsione di un unico testo normativo si potrà, così, conferire al settore un assetto più olistico, organico e conforme ai princìpi di semplificazione delle procedure amministrative, nonché una razionalizzazione della spesa e uno stimolo volto ad incentivare e migliorare la qualità artistico-culturale-popolare delle attività e la loro fruizione da parte della collettività;
il “Sistema Spettacolo” previsto dal DDL AS 2287-bis dovrebbe tenere in considerazione anche gli aspetti industriali del comparto sostenendo con maggior incisività il settore della musica popolare contemporanea nella produzione di spettacoli e incentivare il ricambio generazionale di nuovi artisti;
considerato infine che oggi il rapporto tra Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, e Pil è pari allo 0,025%, mentre poco più di 30 anni fa era pari allo 0,083% con un calo del 70%,impegna il Governo a valutare l’opportunità di prevedere un incremento del Fus , nonché a riconoscere l’accesso al contributo pubblico, previsto dal Fondo Unico per lo Spettacolo, anche alle imprese di produzione e organizzazione di spettacoli di musica popolare contemporanea per le attività non aventi rilevanza commerciale.
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